Sei su Archivio / 2019 / libri

A cura di Rita Punzi

Daniela Dawan , avvocata, giudice di Cassazione, autrice del libro: ”Qual è l via

del vento “; è nata e vissuta a Tripoli sino all’età di 9 anni .

Nel 1967, insieme alla sua famiglia , e a molti altri Ebrei tripolini , furono costretti alla

fuga . Il 1967 all’epoca vide l’attenzione dei Media sulle sponde del Nord-Est del

Mediterraneo, quando tra Israele e i Paesi Arabi (Egitto, Siria e Cisgiordania) scoppiò la guerra, meglio conosciuta come la Guerra dei 6 Giorni. A seguito di ciò in Libia si scatenò una vera caccia all’uomo e alla donna ebrei: uccisi, depredati dei loro averi furono oggetto dell’odio di una massa inferocita che il RE Idris non riuscì a controllare. Sollecitati dal Governo a lasciare la Libia , ebbero il permesso di portare solo una valigia e 20 piastre (moneta locale corrispondenti a 50 dollari), la maggior parte si recò in Israele e circa 20.000 libici arrivarono in Italia. Il titolo del romanzo è tratto dal libro della Bibbia “l’Ecclesiaste che recita :” IL VENTO SOFFIA A MEZZOGIORNO POI GIRA A TRAMONTANA ; GIRA E RIGIRA E SOPRA I SUOI GIRI IL

VENTO RITORNA. Così è Micol, la protagonista del libro, un vento che lascia quei

Luoghi e dopo giri e rigiri ritorna.

Nella prima parte la conosciamo bambina timida e introversa alla quale il mondo degli adulti nasconde la verità, ma non le risparmia i sensi di colpa che una verità taciuta può causare. A Micol come alla scrittrice, prima della sua nascita muore una sorella, che sarà sempre presente nella sua vita di bambina, anche se ii genitori si ostinano a non parlarne.

Nella seconda parte Micol la ritroviamo adulta, avvocata affermata, protagonista del suo tempo. Accompagnerà una delegazione di libici tripolini per i quali cercherà di far valere quei diritti calpestati da una fuga violenta e ingiustificata. Per lei sarà un viaggio nella memoria e nel vissuto dei suoi genitori in cui lei pur non facendone parte, ritrova una verità celata e a lungo cercata.

L’ autrice apre una finestra su un fatto storico avvenuto in Libia, 50 anni fà, ma molto vicino ai nostri giorni per i sentimenti che le vicende riaccendono. La violenza è improvvisa, fuori controllo. La famiglia è colta nel quotidiano, una tranquilla giornata : il papà al lavoro , la mamma dal parrucchiere e Micol a scuola. Da subito si percepisce la difficoltà ad accettare l’uno le ragioni dell’altro, quindi è un percorso interiore, travagliato, e i sentimenti dell’odio ideologico, la perdita di identità, l’amicizia, il condizionamento religioso, la nostalgia , i sensi di colpa,l’amore sono i veri protagonisti .

Il racconto inizia con Ruben e Virginia Cohen, insieme ai genitori di lei, barricati nel loro appartamento per fuggire agli arabi armati di spranghe e coltelli . Improvviso è il cambiamento di vita: in un attimo diventi estraneo e indesiderato agli occhi di una comunità che ti aveva accolto per una crescita sociale scambievole. (pag.29). Micol, invece, è a scuola: con ansia attende i suoi genitori .

Quella scuola e i suoi compagni, che lei ha sempre sentito ostili, adesso le concedono rifugio anche solo per una notte. (pag. 21-24-53 ). Il maestro di religione, la suora che prega per lei, la compagna che l’accusa di avere la coda perché ebrea, la maestra di arabo (pag. 52 ) che si infastidisce se il nastro adesivo nero si solleva e scopre quel pezzo di terra, che non deve esistere : la non accettazione dell’altro, l’affermazione dell’odio razziale é per Micol un ulteriore segreto e senso di colpa!

I genitori prima di poter raggiungerla vengono ospitati dall’amico arabo di Ruben: Alì Fiallah, compagno d’infanzia che prendeva le sue difese, adesso invece lolascia al suo destino; non gli comunicherà che la guerra ha preso un’altra piega.

Il nazionalismo arabo lo ha condizionato e l’idea che l’amico e la sua famiglia dipendono da lui lo fa sentire potente, ma li aiuterà nella fuga e nel procurare loroi passaporti. (pag.48 ). I nonni nel racconto rappresentano la presenza ebrea in LIBIA

. I nonni paterni sono gli ebrei arrivati in Libia prima della dominazione araba, si presume a partire dalla distruzione del primo TEMPIO di GERUSALEMME (586 a.C. ), con la popolazione locale ( BERBERI ) fu una convivenza pacifica e molti si convertirono all’ebraismo e quando iniziarono le persecuzioni ebree in Spagna e Portogallo la Libia ebrea e cristiana li accolse.

-I nonni materni, invece , appartengono agli ebrei italiani arrivati in Libia all’inizio del secolo(1911 ), quando

il REGNO di ITALIA , con la caduta dell’ Impero Ottomano , iniziò la CAMPAGNA LIBICA per la conquista delle province della CIRENAICA e TRIPOLITANIA .

Così, diverso l’arrivo, diversa sarà la reazione a lasciare il Paese. Quando Micol con i genitori arriva dai nonni paterni le si apre un mondo sconosciuto: Nonni, zii, cugini, ma anche vecchi rancori, incomprensioni, riti, usanze religiose a cui i genitori non l’avevano abituata e anche nuovi sensi di colpa …Ma perchè queste colpe?

La nonna Rachele, donna rigida e carismatica, attenta a rispettare le regole della religione negli usi e costumi, anni dopo confesserà alla nipote che le regole le sono servite per consolidare la sua autorità (pag.205) e non le ha risparmiato le colpe di essere donna.( 109-111-113 ). La zia Bettina a cui l’odio razziale negherà l’amore, lo zio Yossi che in maniera uguale e contraria rappresenta l’Ebreo che odia gli arabi, i cugini conosciuti e subito distanti dal suo mondo di bimba e donna. Il nonno paterno non comprende questo odio, questa è la sua terra e se ciò si è verificato è colpa degli Inglesi che non li hanno mai protetti già dal 1945..(pag. 60-61-62). La seconda parte del racconto è la storia del loro arrivo a Roma, le difficoltà e pur di lasciare Tripoli gli ha affidato una villa sulle colline da proteggere dal saccheggioe profanazione. Cosa è stato quel luogo che sembra chiamarla, quale segreto racchiude. Recandosi sul posto vede una casa che non appartiene ai ricordi della sua infanzia, attraverso delle foto rivede i suoi genitori felici, come forse non li aveva mai conosciuti e finalmente Leah...la sorella tanto cercata, che adesso oltre a vederla nella foto la sente vicina, ci parla come fosse lì, si prendono per mano, la sorellina a piedii scalzi la porta in giro nel giardino, sull’altalena, nel posto segreto che i genitori le avevano trovato per preservare la sua memoria:

Leah Cohen 7.2.1947 - 27.8.1956

Allora Micol capisce: i genitori con il loro silenzio le hanno protette, in modi diversi a Leah la vita passata a Micol la vita Futura.



Soverato, 18 febbraio 2019



 
     Area riservata      © 1996 - 2023 Biblioteca delle donne - Soverato (CZ)      Webmaster - www.sistemic.it