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A
cura di Rita Punzi
Daniela
Dawan , avvocata, giudice di Cassazione, autrice del libro: ”Qual è
l via
del
vento “; è nata e vissuta a Tripoli sino all’età di 9 anni .
Nel
1967, insieme alla sua famiglia , e a molti altri Ebrei tripolini ,
furono costretti alla
fuga .
Il 1967 all’epoca vide l’attenzione dei Media sulle sponde del
Nord-Est del
Mediterraneo,
quando tra Israele e i Paesi Arabi (Egitto, Siria e Cisgiordania)
scoppiò la guerra, meglio conosciuta come la Guerra dei 6 Giorni. A
seguito di ciò in Libia si scatenò una vera caccia all’uomo e
alla donna ebrei: uccisi, depredati dei loro averi furono oggetto
dell’odio di una massa inferocita che il RE Idris non riuscì a
controllare. Sollecitati dal Governo a lasciare la Libia , ebbero il
permesso di portare solo una valigia e 20 piastre (moneta locale
corrispondenti a 50 dollari), la maggior parte si recò in Israele e
circa 20.000 libici arrivarono in Italia. Il titolo del romanzo è
tratto dal libro della Bibbia “l’Ecclesiaste che recita :” IL
VENTO SOFFIA A MEZZOGIORNO POI GIRA A TRAMONTANA ; GIRA E RIGIRA E
SOPRA I SUOI GIRI IL
VENTO
RITORNA. Così è Micol, la protagonista del libro, un vento che
lascia quei
Luoghi
e dopo giri e rigiri ritorna.
Nella
prima parte la conosciamo bambina timida e introversa alla quale il
mondo degli adulti nasconde la verità, ma non le risparmia i sensi
di colpa che una verità taciuta può causare. A Micol come alla
scrittrice, prima della sua nascita muore una sorella, che sarà
sempre presente nella sua vita di bambina, anche se ii genitori si
ostinano a non parlarne.
Nella
seconda parte Micol la ritroviamo adulta, avvocata affermata,
protagonista del suo tempo. Accompagnerà una delegazione di libici
tripolini per i quali cercherà di far valere quei diritti calpestati
da una fuga violenta e ingiustificata. Per lei sarà un viaggio
nella memoria e nel vissuto dei suoi genitori in cui lei pur non
facendone parte, ritrova una verità celata e a lungo cercata.
L’
autrice apre una finestra su un fatto storico avvenuto in Libia, 50
anni fà, ma molto vicino ai nostri giorni per i sentimenti che le
vicende riaccendono. La violenza è improvvisa, fuori controllo. La
famiglia è colta nel quotidiano, una tranquilla giornata : il papà
al lavoro , la mamma dal parrucchiere e Micol a scuola. Da subito si
percepisce la difficoltà ad accettare l’uno le ragioni dell’altro,
quindi è un percorso interiore, travagliato, e i sentimenti
dell’odio ideologico, la perdita di identità, l’amicizia, il
condizionamento religioso, la nostalgia , i sensi di colpa,l’amore
sono i veri protagonisti .
Il
racconto inizia con Ruben e Virginia Cohen, insieme ai genitori di
lei, barricati nel loro appartamento per fuggire agli arabi armati di
spranghe e coltelli . Improvviso è il cambiamento di vita: in un
attimo diventi estraneo e indesiderato agli occhi di una comunità
che ti aveva accolto per una crescita sociale scambievole. (pag.29).
Micol, invece, è a scuola: con ansia attende i suoi genitori .
Quella
scuola e i suoi compagni, che lei ha sempre sentito ostili, adesso le
concedono rifugio anche solo per una notte. (pag. 21-24-53 ). Il
maestro di religione, la suora che prega per lei, la compagna che
l’accusa di avere la coda perché ebrea, la maestra di arabo (pag.
52 ) che si infastidisce se il nastro adesivo nero si solleva e
scopre quel pezzo di terra, che non deve esistere : la non
accettazione dell’altro, l’affermazione dell’odio razziale é
per Micol un ulteriore segreto e senso di colpa!
I
genitori prima di poter raggiungerla vengono ospitati dall’amico
arabo di Ruben: Alì Fiallah, compagno d’infanzia che prendeva le
sue difese, adesso invece lolascia al suo destino; non gli
comunicherà che la guerra ha preso un’altra piega.
Il
nazionalismo arabo lo ha condizionato e l’idea che l’amico e la
sua famiglia dipendono da lui lo fa sentire potente, ma li aiuterà
nella fuga e nel procurare loroi passaporti. (pag.48 ). I nonni nel
racconto rappresentano la presenza ebrea in LIBIA
. I
nonni paterni sono gli ebrei arrivati in Libia prima della
dominazione araba, si presume a partire dalla distruzione del primo
TEMPIO di GERUSALEMME (586 a.C. ), con la popolazione locale (
BERBERI ) fu una convivenza pacifica e molti si convertirono
all’ebraismo e quando iniziarono le persecuzioni ebree in Spagna e
Portogallo la Libia ebrea e cristiana li accolse.
-I
nonni materni, invece , appartengono agli ebrei italiani arrivati in
Libia all’inizio del secolo(1911 ), quando
il
REGNO di ITALIA , con la caduta dell’ Impero Ottomano , iniziò la
CAMPAGNA LIBICA per la conquista delle province della CIRENAICA e
TRIPOLITANIA .
Così,
diverso l’arrivo, diversa sarà la reazione a lasciare il Paese.
Quando Micol con i genitori arriva dai nonni paterni le si apre un
mondo sconosciuto: Nonni, zii, cugini, ma anche vecchi rancori,
incomprensioni, riti, usanze religiose a cui i genitori non l’avevano
abituata e anche nuovi sensi di colpa …Ma perchè queste colpe?
La
nonna Rachele, donna rigida e carismatica, attenta a
rispettare le regole della religione negli usi e costumi, anni dopo
confesserà alla nipote che le regole le sono servite per consolidare
la sua autorità (pag.205) e non le ha risparmiato le colpe di essere
donna.( 109-111-113 ). La zia Bettina a cui l’odio razziale
negherà l’amore, lo zio Yossi che in maniera uguale e contraria
rappresenta l’Ebreo che odia gli arabi, i cugini conosciuti e
subito distanti dal suo mondo di bimba e donna. Il nonno paterno non
comprende questo odio, questa è la sua terra e se ciò si è
verificato è colpa degli Inglesi che non li hanno mai protetti già
dal 1945..(pag. 60-61-62). La seconda parte del racconto è la storia
del loro arrivo a Roma, le difficoltà e pur di lasciare Tripoli gli
ha affidato una villa sulle colline da proteggere dal saccheggioe
profanazione. Cosa è stato quel luogo che sembra chiamarla, quale
segreto racchiude. Recandosi sul posto vede una casa che non
appartiene ai ricordi della sua infanzia, attraverso delle foto
rivede i suoi genitori felici, come forse non li aveva mai conosciuti
e finalmente Leah...la sorella tanto cercata, che adesso oltre a
vederla nella foto la sente vicina, ci parla come fosse lì, si
prendono per mano, la sorellina a piedii scalzi la porta in giro nel
giardino, sull’altalena, nel posto segreto che i genitori le
avevano trovato per preservare la sua memoria:
Leah
Cohen 7.2.1947 - 27.8.1956
Allora Micol capisce: i genitori con il loro silenzio le hanno
protette, in modi diversi a Leah la vita passata a Micol la vita
Futura.
Soverato,
18 febbraio 2019
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